IL FILM
In un paese dove sono passate tre guerre
in meno di un secolo, che ne è delle storie
dei singoli, di chi ha vissuto e lavorato con,
per, dentro le caserme e nei siti militari?
Un documentario costruito sui risvolti umani
di una militarizzazione.
Una ricostruzione della nostra
memoria collettiva attraverso un mosaico di racconti.
LO SCENARIO
Il Friuli Venezia Giulia è terra ricca di storia, di dominazioni e battaglie, una terra che
in 100 km di “lunghezza” raccoglie la montagna, la collina, la pianura e il mare con
due grandi confini, uno a nord e uno a est.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale
e l’instaurarsi di quel periodo che prende il nome di guerra fredda la regione viene completamente militarizzata.
Per difendere i confini viene schierato più del 50% dell’Esercito Italiano.
Nel 1989 cade il Muro di Berlino, la situazione geopolitica
dell’area cambia in pochi anni, l’Italia sceglie di abrogare la leva obbligatoria
e nel 2004 cadono anche i confini a est con la Repubblica di Slovenia diventata
indipendente nel 1991.
L’esercito smobilita, circa 400 siti vengono abbandonati:
restano oltre 100 km2 di opere militari, di cui il 95% abbandonate, servitù militari
sul 50% del restante territorio, un paesaggio mutato, un caso unico al mondo per
vastità, tipologia e storia, che parla di uomini, economia, società, politica, ambiente.
Pasolini scriveva di questa terra come di “un paese di temporali e primule”:
oggi si potrebbe dire che resti solo “un paese di primule e caserme”.