About the film

La casa di produzione Tucker Film, intende realizzare un documentario che affronta il problema delle caserme dimesse in Friuli Venezia Giulia.
Tale iniziativa costituisce il prosieguo di un progetto nato nel 2008 nell’ambito della manifestazione culturale “Le voci dell’inchiesta”.

In quell’occasione è stata presentata “Friuli Venezia Giulia, un paese di primule e caserme”, una fotoinchiesta prodotta da Cinemazero, curata da Paolo Fedrigo del Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale dell’ARPA FVG, assieme al fotografo Fabrizio Giraldi, con l’obiettivo di realizzare un primo documento per avviare un dibattito ed un confronto tra amministratori, associazioni, cittadini su un tema di così rilevante importanza.

Nel corso di quest’ultimo anno, grazie anche al prezioso e competente contributo dell’Università IUAV di Venezia, sono stati coinvolti a diversi livelli molti Comuni e l’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia.

Il documentario sarà realizzato partendo da quell'esperienza ma vuole rendere testimonianza di quanto la presenza di spazi militari in regione abbia influito sulla vita quotidiana dei suoi cittadini, coinvolti in maniera diretta o indiretta con le attività dell’esercito.

Dai militari di leva o di carriera che da tutte le parti d’Italia sono qui confluiti e magari han deciso di rimanervi, alla popolazione civile che per decenni ha vissuto fianco a fianco con la massiccia presenza di militari.  

About the issues

Il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni più militarizzate d’Italia con 102 chilometri quadrati destinati ad attività militari, pari a più di due volte e mezzo la superficie della città di Pordenone. A partire dalla fine degli anni '80 gran parte delle caserme sono state abbandonate dall’esercito, strutture di notevoli dimensioni che senza interventi di ripristino stanno progressivamente andando in rovina.In Italia, il demanio militare occupa 783 km quadrati. Le regioni che ospitano più aree militari sono il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, seguono Lazio e Puglia.

Siamo nel Nord-Est d’Italia. Fino agli anni ’90 lo sviluppo del territorio regionale è stato condizionato dalla massiccia presenza di strutture e servitù militari.
Durante la guerra fredda la grande presenza di uomini e mezzi era giustificata dal timore di un attacco da parte di forze afferenti al Patto di Varsavia. Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, l’apertura delle frontiere con la Slovenia nel 2004 e la fine della leva obbligatoria, questi territori sono stati lentamente abbandonati dall’esercito italiano. Un anno dopo l’altro, gran parte delle caserme sono state chiuse. L’imponente sistema militare, realizzato durante un intero secolo, è stato quasi completamente smantellato.

Secondo un’indagine della Procura Militare di Padova, in FVG sono più di 400 i beni tra ex caserme, arsenali, depositi, ospedali, basi, poligoni, polveriere, alloggi dell’esercito abbandonati.
Territori che vivevano, socialmente ed economicamente, grazie alla presenza militare, hanno subito una rivoluzione copernicana, venendo a mancare di colpo il loro centro gravitazionale.

In virtù dello statuto speciale, il FVG ha acquistato la piena titolarità su 36 immobili elencati nel Decreto Legislativo 2 marzo 2007, n. 35. Il demanio dello Stato ha trasferito alla Regione un significativo numero di beni, e alcuni di essi sono stati ceduti ai comuni nei quali si trovano.

Con l'introduzione del Federalismo patrimoniale tutto cambia nuovamente, non si ancora in quale direzione.

La produzione

Il documentario sarà prodotto dalla Tucker film ripronendo la collaborazione con “Le voci dell'inchiesta”, Cinemazero, Arpa Friuli Venezia Giulia Larea.
Il soggetto e la sceneggiatura sono di Paolo Fedrigo, del regista Diego Clericuzio e di Riccardo Costantini.
La fase di sceneggiatura è tutt’ora in corso: sono dunque benvenuti contributi critici e testimonianze.